Oggi, la storia si impara giocando. La gamification, ovvero l’applicazione di elementi tipici del gioco a contesti non giocosi, sta diventando sempre più una cosa seria. L’elemento centrale è la competizione. Dall’eterna lotta fra vittoria e sconfitta scaturisce il piacere di imparare.
L’esperienza ludica viene arricchita dallo storytelling. La narrazione è il mezzo fondamentale per rappresentare il mondo. Raccontare la storia giocando, accresce la conoscenza di un territorio.
Nasce così il remote slow mob, un modo nuovo e divertente per scoprire un luogo, diventandone i protagonisti che si trasformano in VisitAttori. L’esperienza sensoriale crea un effetto di immedesimazione nei percorsi storici, naturalistici, enogastronomici.
Il remote slow mob è un modo per valorizzare il potenziale storico-turistico di un luogo mediante il coinvolgimento diretto dei partecipanti. mutuate Ciò avviene attraverso l’utilizzo di tecniche mutuate dal mondo dei giochi (gamification) e applicate al marketing turistico.
Da sempre, l’azione di giocare coinvolge e diverte. È così che si crea uno stato mentale positivo verso il gioco in sé e i suoi significati, ma è soprattutto nella ricerca della gratificazione della vittoria (un punteggio, una ricompensa, una scoperta) che possono generarsi inedite traiettorie di conoscenza e di innamoramento di un territorio.